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La 5 Ville è una campestre nazionale nata il 2 febbraio 1972 e
compie 36 anni. Le Ville che attraversa o costeggia sono:Villa Farini, Villa Norina,
Villa Petrucci (copia di un castello Alto Atesino),
Fattoria Paradiso con attraversamento delle cantine e con la scalinata ornata da bottiglie di
Barbarossa e Villa Monsignani.
La media è di 3000 partecipanti provenienti da tutta Italia: Foggia Genova, Milano,
Trento, Macerata, Perugia, Firenze, Parma,
Reggio Emilia, Ferrara.
La gara ha visto vincitori i migliori atleti del mezzo fondo e della maratona italiana e
del mondo:
1973 Magnani Massimo
1976 Pippo Cíndolo
1987 Orlando Pizzolato
1989 Gianni Poli
1990 Alberto Cova
1994 Salvatore Bettiol
1997 Giacomo Leone
e fra le donne
1989 Laura Fogli
1997 Maria Curatolo
Nel 1990 e 1991 venne organizzato un circuito cíttadino al quale hanno partecipato, unica
volta in tutta la loro carriera, i quattro migliori maratoneti del momento: Bordin, Pizzolato, Poli, Bettiol.
La 5 ville non è solo una
gara sportiva ma anche promozione turistica e
culturale. Passeggiando per le vie del centro si possono ammirare i monumenti più
rilevanti della cittadina romagnola : la Campana dell'Albana, il monumento al Vignarolo, la Strada della
vendemmia, la Custarena dei mestieri scomparsi
e soprattutto la Rocca del Barbarossa, sede
del centro Universitario dell'Alma Mater
Studio di Bologna ed ora anche del Museo delle religioni monoteiste: cristianesimo,
ebraismo ed islamico.
La manifestazione sportiva è anche la presentazione dell'albana d.o.c.g.
Il percorso è piuttosto impegnativo, perchè parte in discesa per 5 km, poi 2 km. di
pianura, e quindi salita fino allarrivo.
Percoso stradale:
Piazza
della Libertà
Via Mazzini
Piazza Guido del Duca
Viale Francesco Rossi
Corso Cavour
Via Consolare (Villa Farini)
Via Consolare (Bosco Villa Norina)
Via Consolare (Villa Petrucci)
Via Consolare loc. Dorgagnano
Via Piana loc. Panighina
Via Nuova (Fattoria Paradiso)
Via Molino Bratti (Villa Monsignani)
Via Bracciano
Viale della Resistenza
Viale Carducci
Via Roma
Piazza Giudo del Duca
Via Mazzini
Piazza della Libertà |
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Percorso storico paesaggistico. |
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PIAZZA DELLA LIBERTA': Ha cambiato varie volte
nome con il cambiar dei tempi, ma è sempre stata la piazza principale di Bertinoro. In essa sorgono i due edifici più importanti della
comunità: il Palazzo Comunale (Palazzo XIV'
secolo) con la torre civica preesistente al palazzo e antico faro ai naviganti; la
Cattedrale (Chiesa di S. Caterina d'Alessandria - XIV' secolo), ricostruita nella
struttura attuale di stile bramantesco dal
Vescovo Caligari nel XVI secolo, ove si venera un artistico Crocifisso in legno legato
alla fede ed alla tradizione popolare.Dal balcone
sovrastante la "Cà de Bè" (Casa
del Víno), in cui si assaporano i prelibati vini di Romagna d.o.c. e l'Albana d.o.c.g.
regina degli stessi, si gode un panorama suggestivo che giunge fino al mare dalle guglie
di S. Marino alle montagne venete. Ed infine la Colonna con le Anelle ospitali che
rammenta ai popoli come solo con il sentire amico anche lo sconosciuto, dischiudendogli
l'uscio della propria casa, dando e recependo idee ed esperienze, si costruisce un mondo
di pace e di progresso. L'antica Colonna risaliva al XIII° secolo; l'attuale è del 1926
ed è risorta sulle antiche fondamenta. |
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VIALE
MAZZINI: Vi si accede da Piazza Guido del Duca, che vuole ricordare il collega di
Arrigo Mainardi nel governo di Bertinoro. Guido
e Arrigo furono gli "inventori" della Colonna delle Anelle e sono citati da
Dante Alighieri nel XIV° Canto del Purgatorio (Canto dei Romagnoli) Si accedeva
all'attuale Via Mazzini attraverso una porta detta di S Domenico (dal nome del vicino
monastero deì frati domenicani) demolita nel 1913. La porta che all'esterno era
sovrastata da una ceramica raffigurante la Madonna del Lago (oggi è all'ingresso del seminario)
ed all'interno aveva un affresco seicentesco
con il volto del Nazzareno , andato distrutto. La via che porta alla Piazza degli Ordelaffi
(ora della Libertà) si chiamava Volta (so o zo par la volta). Lungo la via numerosi
insediamenti ecclesiali e monasteri come il primo Vescovado (Casa Raffaella Bazzocchi)
dopo la traslazione da Forlimpopoli XIV' secolo, Casa Poni, Casa
Ugolini, attuale Cattedrale con cappella (attuale cripta del Duomo) di S. Crispino dei
Calzolai che rientrava nel quadro delle compagnie intitolate ai santi protettori dei
mestieri (corporazioni). |
VIALE
FRANCESCO ROSSI :prende il nome dal bertinorese medaglia d'oro al V. M. guerra
'15 - '18 Francesco Rossi (09/04/1888 Bertinoro - 04/12/1917 Monte Tondarecar) ed inizia
dall'incrocio di via Mainardi con via Teatro e
via dei Santi. Proprio in quell'incrocio sorgeva una grande torre (e turson) che si Legava
a Porta Malatesta o S. Francesco dal nome del vicino al convento dei frati che nel 1539 si trasferiranno a Monte Maggio. Il viale
costeggia, scendendo, le vecchie mura,
guarda il mare, lambisce il sottostante convento che fu dei fratiCamaldolesi, ora casa madre delle Clarisse
Francescane del S.S. Sacramento.Dal lato opposto gli
antichi palazzi dei Mainardi con stemmi di nobili
casate bertinoresi succedutesi nell'abitazione degli stessi.
Caratteristica un'osteria seicentesca. |
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CORSO
CAVOUR: costituisce l'ingresso a Bertinoro per i provenienti dalla via Consolare,
Colombarone e Cellaimo (Forlì e Ravenna) fino alla piazzetta ove sorge il monumento a
Giuseppe Garibaldi opera del Maestro Romanelli inaugurato nel 1903 altra piazzetta
bertinorese "ristrutturato" nel corso del 1932 ed attualmente ancora. Il
Corso, registra, nelle sue costruzioni, numerosi ricordi come l'artistica Chiesa del
Suffragio, la Casa ove nacque e morì il dantista e storico Polo Amaducci (02/02/1856 -
03/02/1946), la medioevale casa Missiroli già sede delle Opere Pie con annesso Centro
Sociale Comunale per gli anziani; l'ex convento delle Domenicane di clausura (cessò nel
1913) l'ex molino delle olive , già convento dei Francescani che si trasferirono nel
XVI° secolo a Monte Maggio che prese così nome dai Cappuccini; l'ex "locanda della
Fortuna" dove nel 1867 si costituì, ad opera dei garibaldini, la Società Agricola
Operaia di Mutuo Soccorso: una epigrafe ne ricorda l'evento. La località che è legata
anche al nome di Dante Arfelli e di Alessandro Cervellati quivi nati, ha al suo ingresso
un monumentino che ricorda l'eccidio per rappresaglia nazista su cinque cittadini
bertinoresi nella notte precedente il 1° maggio 1944. |
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VIA
CONSOLARE
VILLA FARINI: E' legata al nome della famiglia Farini e Corbolani (attualmente di
proprietà Ricci). Sorge all'ingresso di
Bertinoro nei pressi dell'incrocio fra via
Cellaimo e via Colombarone in località che veniva chiamata Campo Galliano dove operava un
hospitale per i pellegrini. Il Prof. Augusto Farini, sindaco di Bertinoro ebbe l'incarico
di conferire il 26 ottobre 1898 la cittadinanza a onoraria a Giosuè Calducci. Abitò la
villa il Col. Jacopo Corbolani 1825 - 1908) che fu combattente nelle guerre di
indipendenza e più tardi il Generale Pietro Corbolani ( 1860 - 1935). |
VILLA NORINA: piante, fiori, laghetti, grotte e cantine nello
spungone, caratterizzano la Villa Norina che fu dei Marchesi Merlini e che nel 1825
divenne proprietà del Conte Pietro Guarini, prendendo il nome da Eleonora (Norina)
Bonaccorsi, sposa del Conte Pietro . Quando, durante le grandi manovre del 1888, fu
offerto un pranzo in villa, il Conte di Torino affermò che la Casa Reale non aveva un
servizio così bello di cristalleria e porcellane (fine'700). Ma tutta la Villa è un museo di mobili ed oggetti
di gran pregio ed ha ospitato personaggi illustri. Nella cappella di famiglia si venera
una tela settecentesca raffigurante Santa Eurosia, patrona dei vigneti, che per altro
circondano la Villa e producono ottimo vino. In mezzo al parco, ricco di piante pregiate
ed in particolare querce cipressi e conifere si eleva suggestiva la statua della
"Solitudine "dono di Lei onde ebbe nome la villa". |
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VILLA
PETRUCCI: Già Sauli Visconti circondata da antico parco e costruita nel 1880 dal
capomastro Giuseppe Pasini (padre del ciclista campione di tandem Ettore Pasini) a
somiglianza del Castello dell'Innominato di manzoniana memoria, E' arredata con mobili del
'600 romagnolo. Nella biblioteca sono raccolte anche stampe e carte geografiche di
particolare interesse storico. |
DORGAGNANO: E' una
delle tredici parrocchie del comune di Bertinoro che faceva capo alla Diocesi di Bertinoro
(oggi Forlì - Bertinoro) poiché quelle di S.
Maria Nuova, di S. Pietro in Guardiano, sempre del comune di Bertinoro, fanno capo alle
Diocesi di Cesena e Ravenna. Nella Chiesa si venera San Giorgio e le mamme, seguendo un
antico rituale, portavano a benedire gli indumenti dei loro bambini per proteggerli dal
malocchio e preservarli in serenità. Esiste ora in loco una casa - famiglia
'Emanuel" per l'infanzia, che vive anche con la caritatevole solidarietà dei
bertinoresi. |
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PANIGHINA-
VIA PIANA: antichissima località di cui si ha memoria fin dalla preistoria ed il cui nome, di probabile origine greca, starebbe ad indicare che quel luogo era una panacea in virtù delle proprietà delle sue acque (cloro saline e solfuro
magnesiache). L'archeologo bertinorese Prof. Luigi
Maria Ugolini illustrò storia, rinvenimenti,
acque, come pure fecero il sovrìntendente ai monumenti
Prof. Antonio Santarelli, professori dell'Ateneo
Bolognese quali Brizio e Gerardinì e il Prof. Pigurìni di quello romano. |
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VIA NUOVA:
dalla via Emilia, prima della Consolare, provenendo da
Cesena, va a congiungersi con via Cerbiano Il nome si spiega da solo e sta a
ricordare la più recente trasformazione in "via" di quello che era un viottolo
di campagna. Via Nuova (la vì nova) è praticamente la via che immette nella zona
artigianale per la parte a monte della via Emilia. La zona artigianale in quel versante è
ricca di piccole e medie industrie.Dalla via Nuova si accede alla rinomata Fattoria
Paradiso (vino e agriturismo) ed alla Villa Prati (ristorazione, ricreazione e cultura). |
FATTORIA PARADISO: la
Fattoria Paradiso sorge su di un colle satellite di Bertinoro dove lo sguardo può bearsi
nell'armonico, geometrico dìgradare dei vigneti fino a scendere alla pianura e
raggiungere il mare. Il suo nome "Paradiso` viene da lontano, La famiglia
Palmeggíaní di Forlì discendente dal pittore Palmezzano, era già proprietaria di
terreni in Trentola come risulta dal Brogliardo del 1642-60, ma è solo nel 1755 che
Filippo Verità annota. <<Il suddetto
Síg. Avvocato Palmeggiano, già Píacentíni in Fondo Paradiso, un podere con Casino,
forno, pozzo sopra di terra arativa, frascata,
lazzarata, olivata, vignata, che confina verso
L. con li beni del Capitolo del Duomo(Bertinoro); verso O.con la via; verso P. con li beni
del Nobile Signor Marchese Baldassarre Caddi e della Chiesa di Trentola( Tor.
5:X:0:2).Nella Tavola Alfabetica e nell'estimo-catasto della Villa Di Trentola dell'anno
1800 (A.S.F) risulta intestatario Giuseppe Palmeggiano, per intero, come al 1755. I
Palmeggìani conservarono la villa fino agli inizi del XX secolo, ínfatti l'ultima
voltura del Catasto 1835-1909 di Trentola avviene per successione il 20 marzo 1893 a
Amelia Palmeggiani fu Giuseppe per 3/4 e Amalia Massari fu Luigi di lei ava per 1/4. La
proprietà è passata poi alla contessa Gabriella Lovatelli Urgate e alla signora, Maria
Maestri di Genova Dal 195X appartiene al sig.
Mario Pezzi. E' sede dell'Accademia dei Filergiti e della rappresentanza regionale de
"Le Donne del Vino` e del Museo della Civiltà Contadina |
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VILLA MONSIGNANI: si
trova a Bracciano di Bertinoro su di un piccolo poggio, circondata da un parco vario per
le piante, siepi, fiori, ingentilito da nobili pini e snelli cipressi. Qua e là spiccano,
lungo i viali sinuosi, bianchi marmi, reliquie antiche degne di un museo. E nel punto più
alto cè il roccolo pieno di alberi e cespugli a bacca per richiamo di uccelli. E'
dal roccolo, o meglio da un belvedere ai margini del roccolo, che si gode, come da un'
ampia finestra, il panorama più bello di tutta la Riviera Romagnola: con un cannocchiale
si possono scorgere tutte le località balneari.Ma senza forzare locchio può
ammirare un paesaggio di rotonde e lievi colline, di piccole borgate, di strade dolcemente
tortuose: un paesaggio, che sembra uscito, coi suoi tenui colori, dalla tela di un pittore
umbro del quattrocento. La casa risale al '700 e servì in origine come casino di caccia
alla famiglia dei marchesi Monsígnani-Sassatelli-Morattini
che tuttora I' abitano nella buona stagione. Si tratta di una larga
costruzione a due piani alleggerita sul piano nobile da una loggia aperta a tre archi cui
si accede per una scala esterna a due rampe. Sotto la loggia i vari stemmi dei marchesi,
tra i quali quello dei Sassatelli. |
VIALE DELLA
RESISTENZA: è il prolungamento del borgo che fu dei polentani, di viale
Carducci, detto del Gamberone che a destra conduceva a Polenta e a sinistra a Cesena.E'
dedicato alla Resistenza popolare alla
dittatura fascista ed in una terrazza che guarda la piana di Romagna sono riportati i nomi
delle formazioni partigiane cui fu interessata la terra di Romagna con particolare
riferimento all'appennino forlivese - cesenate.A sinistra andando verso Bertinoro,
all'altezza della Villa già Bitossi,
defluisce un'antica fontanella dal caratteristico nome di Ibi. Lì di fronte vi era
un piccolo sasso di Spungone con inciso `Km 1" che stava ad indicare la distanza dal
Km 0 che era di fronte al Palazzo Ordelaffi sede del Municipio di Bertinoro. Più avanti
un monumentino ricorda la tragica fine nella Mec Navi di cinque giovani lavoratori
bertinoresi avvenuta il 13.03.1987 e li unisce in un grande abbraccio con tutti gli altri
deceduti sul lavoro. |
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VIALE CARDUCCI:
prende nome da Giosuè Carducci, cittadino onorario di Bertinoro che divulgò la
celebrità del colle "alto e ridente" con l'Ode alla Chiesa di Polenta,
frequenti visite in loco, scritti vari. Il viale è noto popolarmente come "e
Gambaron" dal nome della vicina chiesetta già dell'antico cimitero (la Cisina) ed ora chiesetta dedicata ai
Caduti in guerra in cui si venerava una effigie della Madonna detta del Gamberone per un
grande gambero che le stava sul grembo. Più avanti la Villa fine '800 che prende nome dal
Col. Giuseppe Rosso e la Cantina Celli produttrice di pregiati vini. Resta il ricordo
dell'osteria con stallatico della Pasquina ove, fino ai primi decenni del '900 si
parcheggiava la "vettura" e ci si ristorava con un buon bicchiere di vino prima
di salire in paese.Illustrato del borgo, terminante il viale, la Chiesa di S.Rocco ove si
venerano i protettori dell'artigianato bertinorese e dove si ammira l'antico tabernacolo
che fu dei frati Cappuccini di Monte Maggio.Poco distante i Monumento al Vignaiolo primo
al mondo, opera del Maestro Bertozzi. |
VIA ROMA: è'
popolarmente conosciuta come Borgo S. Rocco
dal nome della Chiesa che è al suo inizio e la sovrasta. E' l'unica via piana entro
l'attuale centro storico e terminava a sinistra con il Caffè e trattoria "dIa
Tudina" ed a destra, primam della discesa del Viale Saffi (zò par San Iusef) con il monastero dei Frati
Domenicani. Era popolata da artigiani dai caratteristici nomi come
"Budlina", "e Bret e Comica", "Vizenz, Raffoni e Primin",
"Calinin", "e Sacheri","Duardin", "Barsela",
"Farin" "Angiulin'd
Brusaden", "Pompeo,"Pacalin", "Tulio ad Bargos",
"Sotoli" "Friz", "Tamboc", " la Rusana",
"Paulen", "La Pina'd Nuvega", "al Pasaroni","la Pireta",
"Casalin", "Ristidin e la Sfirona". Particolare curiosità popolare
era rivolta a "la Mora" tipo di donnona dai vestìmenti, dal volto e dagli
atteggiamenti di una regina gitana, che faceva la spola con un magro mulo fra Bertinoro e
Forlì per i servizi dì colletame. |
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